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la giusta distanza (2007) recensione di Di Girolamo

locandinalagiustadistanza.jpgregia: Carlo Mazzacurati
interpreti: Giovanni Capovilla, Valentina Londovini, Ahmed Hefiane, Giuseppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio
durata: 106 minuti
nazionalità: Italia

La separazione artistica (consensuale) da Nanni Moretti pare aver giovato a Mazzacurati. L’ultima fatica risaliva al 2004 (L’amore ritrovato) da un romanzo di Cassola, con attori di grido quali Accorsi e la Sansa, e il regista era apparso francamente spaesato in una Toscana anonima, alle prese con un soggetto scontato e melodrammatico.
Con La giusta distanza e la produzione Fandango Mazzacurati torna alle origini, alle sue terre padane, anzi padovane, visto che l’ambientazione è pressoché tutta nello sperduto paesino di Concadalbero, rimasto così immobile nel tempo da apparire quasi immaginario.
Ma se le case e l’argine del fiume sembrano rimasti gli stessi da una vita la popolazione è cambiata, sono arrivati gli immigrati, dall’est a fare le mogli scelte sul catalogo e dal nordafrica a lavorare in officina. E poi arriva la nuova maestra dalla città perché alle neoincaricate toccano sempre le sedi più scomode. E carina com’è e per niente intimidita da questa nuova realtà finirà per fare innamorare più o meno tutti ad iniziare dal diciottenne Giovanni che sogna di fare il giornalista e oltre a sognare si dà un gran daffare per diventare corrispondente del Gazzettino percorrendo i primi passi tra entusiasmo e delusione. Attraverso Giovanni (che spia Mara) e Mara stessa(la maestrina) conosceremo vari personaggi e la vita del paese tutta ovattata dalla nebbia onnipresente così ben sfruttata dalla fotografia di Luca Bigazzi. Personaggi simpatici e antipatici ma soprattutto normali per la provincia del nostro tempo. Quando ci scappa il morto la soluzione del caso pare sin troppo scontata quanto autoassolutoria (chi può essere il colpevole se non lo straniero?) ma Giovanni e la sua voglia di verità vera non ci stanno e ci porteranno presto ad una drammatica conclusione e alla risoluzione del caso.
Il soggetto è davvero buono, i personaggi ben delineati. Tra questi a mio avviso il più interessante è il più giovane, Giovanni, che si ribella anche con forza, alle giuste distanze da mantenere e ci offre un’immagine ottimistica ma credibile (c’è da vergognarsi ad essere ottimisti?) dei giovani di oggi, disincantati quanto si vuole ma forse ancora desiderosi di cambiare un pochino il mondo (non tutto, non siamo mica nel ’68, neh), o di nutrirne almeno la speranza.
Bravissimi tutti gli attori del cast, quasi tutti sconosciuti se non addirittura alla prima apparizione sullo schermo a confermare che si può fare un buon film anche senza star. Ma questo lo sapevate già.

recensione di: Di Girolamo

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3 commenti so far
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E la mia lista si allunga. Perso a cinema, devo rimediare in DVD.

Commento di amosgitai




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